VIABILITA',
AUMENTO DEL CARICO ANTROPICO E SICUREZZA
Aree
a rischio impatto
Come
abbiamo già detto, l'aumento delle attività aeroportuali sommate a
quelle delle
persone e delle attività quotidiane dei residenti, della nuova e
rigenerata area Commerciale ALI', dell'imminente apertura della
attività del Gruppo Zanardo nell'area Ex Pagnossin non creeranno
solo problemi alla viabilità ma genererà automaticamente anche il
problema sicurezza a causa del maggior carico antropico che subirà
tutta l'area.
Per
questo motivo, le aree limitrife ad un aereoporto sono soggette al
Piano di Rischio una Procedura contenente le indicazioni e le
prescrizioni da recepire negli strumenti urbanistici dei singoli
Comuni, ai sensi dell’art. 707, comma 5 del Codice
della Navigazione.
Lo
scopo dei Piani di Rischio è quello di rafforzare, tramite un
finalizzato governo del territorio, i livelli di tutela nelle aree
limitrofe all’aeroporto, nel rispetto delle normative previste per
un utilizzo sicuro e compatibile con l’attività aeronautica.
“ZONA
DI TUTELA A: (zona rossa) è da limitare al massimo il
carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove
edificazioni residenzialİ. Possono essere previste attività non
residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la
permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
ZONA
DI TUTELA B: (zona azzurra) possono essere previsti una modesta
funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività
non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano
la permanenza di un numero limitato di persone.
ZONA
DI TUTELA C: (zona verde)
possono essere previsti un ragionevole incremento della Funzione
residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività
non residenziali.
ZONA
DI TUTELA D: (zona gialla) in tale zona, caratterizzata da un
livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del
territorio in maniera opportuna e coordinata con l'operativita'
aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad
elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e
sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc...
NELLE
QUATTRO ZONE VANNO EVITATE:
- INSEDIAMENTI AD ELEVATO AFFOLLAMENTO;
- COSTRUZIONI DI SCUOLE, OSPEDALI E, IN GENERALE, OBIETTIVI SENSIBILI;
- ·ATTIVITA' CHE POSSONO CREARE PERICOLO DI INCENDIO, ESPLOSIONE E DANNO AMBIENTALE.”
Carico
antropico e Area ex Marazzato ora ALI' SPA.
Con
riferimento all'area commerciale denominata ex Marazzato/Luigina ora
di proprietà della nota società gestore di grandi supermercati e
centri commerciali, ALI'-S.P.A, si desidera fare le seguenti
osservazioni alla commissione riguardo alla contabilizzazione del
carico antropico definito nella stesura del P.R.A. Piano di
Rischio Aeroportuale del Comune di Treviso.
Nel
P.R.A. paragrafo:
Coerenza destinazione d'uso dell'area e sicurezza
aeroportuale, come
definito dallo stesse norme generali della realizzazione dei P.R.A.:
L'area
in discussione si trova tra le Zone di Tutela “C” e “D” come
indivisutao sulla TAV_14_Zone di rischio allegata al M.P. In oggetto.
Nella figura sottostante è individuata l'area sulle Mappe di
Rischio:
Su
questa area il Comune di Treviso ha aperto una pratica edilizia SUAP
concedendo la realizzazione di un Centro Commerciale di grandi
dimensioni come la planimetria dell'area in discussione conferma. La
richiesta riguarda la demolizione di un edificio già esistente e la
nuova costruzione e ampliamento di un nuovo fabbricato. Seppur il
Comune di Treviso dimostri che le aree commerciali autorizzate
rimarranno le stesse come già approvate con Delibera di Giunta
Regionale Prot. 1329 del 14/03/1995 non modificata, va rilevato un
fatto di inportanza fondamentale e cioè che al posto di due punti
commerciali di rivendita autoveicoli (era la vecchia destinazione
d'uso dell'Ex Marazzato), sorgerà appunto un Centro Commerciale non
coerente con le direttive della costituzione dei PIANI DI RISCHIO
AEROPORtUALI; Titolo II: Zone di Tuela; Art. 5 Norme Comuni alla Zone
di Tutela Aeroportuale che per le Zone “C” e “D” prevede:
Il
cambio d'utilizzo commerciale è rilevante per un'altro aspetto di
coeranza con le procedure di attuazione del P.R.A., cioè cambia il
C.A.
Carico Antropico, in quanto un Mega Store è, per tipologia
commerciale più affollato di un seppur grande rivenditore di
automobili.
Nella
Relazione tecnico illustrativa del P.R.A. Piano di Rischio
Aeroportuale del comune di Treviso, a pag. 30 viene definito in una
apposita tabella il C.A. non residenziale delle zone di tutela
A-B-C-D. Sulla tabella sembra non apparire il conteggio previsionale
con relativo aumento del C.A. nelle aree di tutela “C” e “D”
dove dovrebbe sorgere il Centro Commerciale ALI'. Difatti lo studio
sulla viabilità della TRT TRASPORTI E TERRITORIO ipotizza un carico
di veicoli di 15.00 unità nel giorno di punta che facilmente
possiamo tradurre con almeno 15.000 persone che andranno ad aumentare
il carico antropico delle Zone di Tutela C e D.
E'
facile notare che anche dalle note a seguito contrassegnate con
l'asterisco che accompagnano la tabella soprastante, si evince che
nelle previsioni di aumento del C.A. non è stato preso in
considerazione l'incremento non residenziale dovuto alle attività
del nuovo Centro Commerciale ALI'
Inoltre,
alla mancata considerazione del C.A. generata dal nuovo Centro
Commerciale Alì, non si è aggiunto (neanche in ipotesi) il prossimo
carico che comporterà l'apertura delle attività logistico,
commerciali e culturali dell'Ex Pagnossin. Va quindi
conteggiato anche il C.A. di questa nuova attività a forte
concentrazione antropica che si trova, come lo si evince dalla
prossima figura si trova in zona di tutela C e D.
Tale
mancanza è da considerarsi grave in quanto la prassi è nota, le
disposizioni ENAC del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio
degli Aeroporti e la circolare APT-33, rilasciata dall’ENAC in data
30.08.2010, per quanto concerne le edificazioni storiche propone:
“fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle
attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono
applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del
carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che
i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza
con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia”.
Enac,
qui nel ruolo di Proponete del M.P. ma anche nel ruolo di estensore
dei regolamenti dei P.R.A. sa bene, per quanto riguarda il caso di
Treviso, come dovrebbe comportarsi per contenere il C.A., in quanto
forte dell'esperienza nell'aeroporto di Bolzano.
In
questo articolo del quotidiano locale Alto Adige vedi link
sottostante:
Il caso è del Centro Commerciale Twenty dislocato in Zona di Tutela “C” come d'altronde l'area dove sorgerà il Centro Commerciale ALI' a Treviso. L'articolo sentenzia:
“ La concessione pone il limite di 500 persone all’ora”
“BOLZANO 31
luglio 2014. L’atto di incolpazione messo a punto dalla Procura
della Repubblica ha rivelato un particolare inedito sulla concessione
rilasciata dal sindaco per il raddoppio del “Twenty”: nella nuova
struttura non potranno entrare più di 500 persone all’ora. Un
limite che sembra dettato dalle norme prevenzione incendi ma che non
risolve il problema dell’aumento rilevante del carico antropico, in
contrasto con il piano di sicurezza dell’Enac. Il vincolo di
“tutela C” richiamato dall’Enac vieta espressamente la
realizzazione di insediamenti ad elevato affollamento. Un divieto
rafforzato anche dal regolamento Enac che all’interno delle zone
sotto il vincolo di “tutela C” ammette esclusivamente «la
permanenza e la prosecuzione degli esercizi al dettaglio già
esistenti e per il futuro solo la possibilità di una riduzione del
carico antropico”.
Coerentemente
a ciò, è ovvio che anche per Treviso va rivalutato e riconteggiato
l'incremento del C.A. Non Residenziale, sia il C.A. Complessivo
all'interno delle Zone di Tutela.
Per
quanto riguarda il caso Bolzano, come poi è andata a finire ce lo
dicono le cronache più recenti. Il Centro commerciale Twenty ha
ampliato e il comune di Bolzano è stato costretto a fare ricorso ed
avvalersi del limite imposto del C.A. La comuntà degli imprenditori
si è spaccata con i pro e i contro del caso:
“Tosolini
protesta «Twenty irregolare Via le concessioni»
Corriere dell'Alto Adige 13 Feb 2016 di Marco
Angelucci
I legali della «Methab», società
del gruppo Tosolini, hanno notificato al commissario Penta
l’intimazione a chiudere tutti i negozi del Twenty che rientrano
nella zona C del piano di rischio aeroportuale. «Secondo noi le
concessioni rilasciate a novembre sono illegittime».
BOLZANO Chiudere tutti i negozi di
nuova apertura al Twenty. I legali della Methab, società del gruppo
Tosolini, hanno notificato al commissario Michele Penta l’intimazione
a chiudere tutti i negozi del Twenty che rientrano nella zona C del
piano di rischio aeroportuale. «Secondo noi le concessioni
rilasciate a novembre sono illegittime dunque abbiamo chiesto di
revocarle in quanto rientrano nella zona C del piano di rischio
aeroportuale» spiega Igor Ianes, legale di Methab. Intanto, in vista
del referendum, la questione della convivenza tra zona produttiva e
aeroporto divide anche il mondo economico. In tanti cominciano a
chiedersi se l’aeroporto sia compatibile con lo sviluppo della
zona. Proprio per questo l’Apa ha deciso di lasciare libertà di
voto ai propri iscritti. la Cna invece rimane favorevole ma il
presidente Claudio Corrarati chiede che si riveda il piano di rischio
rendendo i vincoli più elastici.
La sentenza del Tar che fissa il
limite di 500 persone al Twenty ha lasciato il segno. Il gruppo
Tosolini, che pure era in lizza per realizzare il centro commerciale
provinciale, ha deciso di dare battaglia. Poco prima che il Tar
pubblicasse la sentenza ha intimato al commissario Michele Penta di
revocare tutte le licenze concesse in seguito all’apertura della
nuova ala del Twenty proprio a causa del piano di rischio
aeroportuale. «La sentenza del Tar conferma che la nostra
impostazione è giusta. Il Twenty sorge in una zona a rischio
aeroportuale. Noi — sottolinea l’avvocato Ianes — chiediamo
anche che venga riaperta la procedura per la scelta dell’area in
cui realizzare il centro commerciale provinciale. L’area proposta
da Methab era l’unica fuori dalla zona a rischio». Ora il
commissario ha 60 giorni per rispondere all’intimazione di
Tosolini. Intanto è praticamente scontato che la Podini holding si
rivolgerà al Consiglio di stato per ottenere almeno una sospensiva
onde evitare la chiusura.
La sentenza del Tar è planata come
un macigno sulla campagna elettorale per il referendum
sull’aeroporto. «Non sono uno che difende i centri commerciali, ma
questa è la dimostrazione che l’aeroporto di Bolzano non è utile
all’economia, ma anzi la danneggia: non solo sottrae denaro che
potrebbe essere meglio investito, ma impedisce anche l’uso di aree
produttive già esistenti in un territorio che di aree insediative ne
ha pochissime» avverte Riccardo Dello Sbarba.
La questione agita anche il mondo
economico. Assoimprenditori si è schierata chiaramente a favore
dell’ampliamento dell’aeroporto e, ironia della sorte, regalò
pure una torta a forma di aereo a Giovanni Podini, scelto come
imprenditore dell’anno dalla redazione economica del Dolomiten.
«Zona industriale e aeroporto possono coesistere — assicura il
presidente degli industriali Stefan Pan —. Oltre ttutto allungando
la pista il cono di atterraggio dovrebbe spostarsi verso sud. Stiamo
approfondendo la questione dal punto di vista tecnico ma il problema
del Twenty dovrebbe risolversi».
Dello stesso avviso il presidente
degli artigiani Cna, Claudio Corrarati: «Aeroporto e zona ci sono
sempre stati: è sbagliato credere che in zona non si possa più
investire. Piuttosto bisogna attivarsi per ammorbidire questi
regolamentazioni capestro: le 500 persone di densità assoluta mi
sembra eccessivo. Oltretutto — fa notare — non illudiamoci che
l’aeroporto chiuda se al referendum vincono i no. Niente di tutto
questo: l’Abd tornerà allo Stato che troverà una compagnia
disposta a gestirlo. I cincoli per la zona produttiva dunque
resteranno».
L’Apa invece ha una posizione
molto più timida. Il presidente Gert Lanz è favorevole ma chiarisce
che la sua è una posizione personale. «Come associazione non
abbiamo dato e non credo daremo indicazioni di voto al referendum.
L’ampliamento dell’aeroporto è una chance e come rappresentanti
del mondo economico non possiamo essere contrari alle nuove
opportunità. Ma — avverte Lanz — so che ci sono nostri associati
che voteranno no per tutelare i loro interessi. L’aeroporto limita
lo sviluppo della zona: ad esempio come Garfidi volevamo finanziare
un asilo aziendale ma non è stato possibile».
I dubbi degli artigiani Lanz: «Al
referendum non diamo indicazioni» Corrarati: «Modificare le regole
capestro»
Di
conseguenza al limite correttamente posto dai Piani di Rischio, la
proprietà del Twenty si è appellata al TAR di Bolzano che ha
rigettato il ricorso della società che gestisce il centro
commerciale imponendo un tetto alle presenze. Nelle aree che
rientrano nella zona
C del piano di rischio aeroportuale non
potranno entrare più di 500 persone alla volta:
“I giudici danno ragione al Comune: i limiti
nell’area a rischio sono validi
Corriere dell'Alto Adige 1 Feb 2016
di Marco Angelucci
Il Tar ha rigettato il ricorso della società che
gestisce il centro commerciale Twenty, imponendo un tetto alle
presenze. Nelle aree che rientrano nella zona C del piano di rischio
aeroportuale non potranno entrare più di 500 persone alla volta. Se
durante un controllo dovesse saltar fuori che ci sono più clienti,
potrebbe arrivare la chiusura.
BOLZANO Il Tar gela il Twenty. Il Tribunale di
giustizia amministrativa ha infatti rigettato il ricorso della
società che gestisce il centro commerciale di via Galilei imponendo
un tetto alle presenze. Nelle aree che rientrano nella zona C del
piano di rischio aeroportuale non potranno entrare più di 500
persone alla volta. Come si potranno contare le persone che entrano
in un centro commerciale non è ancora chiaro ma se durante un
controllo dovesse saltar fuori che ci sono più clienti del previsto
allora, come spiega il commissario del Comune Michele Penta, potrebbe
arrivare un provvedimento di chiusura.
La sentenza del Tar arriva proprio all'indomani
dell’inaugurazione dell’ultima «fetta» del Twenty. Questa
mattina infatti apriranno 13 nuovi negozi ma a guastare la festa sono
arrivati giudici del Tar ce hanno respinto il ricorso presentato dai
legali della società Twentyone srl, Dieter Schramm e Nausicaa Mall.
La realizzazione del megastore è da
quasi 10 anni al centro di un contenzioso giuridico. Dopo un lun
ghissimo braccio di ferro la Podini holding è riuscita prima ad
aprire e successivamente anche ad ampliare il Twenty facendolo
diventare un megastore in piena regola. La procedura è anche finita
nel mirino della procura che sta ancora indagando sulle
autorizzazioni concesse dall’ex sindaco Luigi Spagnolli. Ora la
saga si arricchisce di un nuovo capitolo.
Nel 2014 infatti il Comune aveva
rilasciato una concessione edilizia fissando il limite di carico
antropico in 500 persone. Un limite che non compare più nella
planimetrie allegate variante autorizzata nel giugno del 2015.
Tuttavia quando il comune concede l’abitabilità definitiva nel
novembre del 2015, il limite delle 500 torna fuori. A quel punto la
società Twentyone impugna il provvedimento firmato dal commissario
straordinario Michele Penta e ieri è arrivato il pronunciamento.
Secondo il Tar il vincolo non può considerarsi decaduto in quanto la
variante recepisce «tutte le prescrizioni già indicate nel progetto
originario». Il collegio presieduto dal giudice Terenzio Del Gau-
dio da ragione al Comune su tutta la linea e condanna la società
Twentyone a pagare anche tutte le spese legali.
«Studieremo le carte e poi
decideremo come muoverci» commenta a caldo Giovanni Podini,
presidente della Twentyone srl che ancora non vuole pronunciarsi su
un’eventuale impugnazione. A questo punto però si pone il nodo dei
controlli: come impedire che nell’area a rischio entrino più di
500 persone? In ogni caso come, chiarisce il commissario Penta, se il
limite non sarà rispettato si potrebbe arrivare anche alla chiusura
dell’area.”
Il
TAR di Bolzano ha emanato la sentenza come d'obbligo e ciò potrebbe
succedere anche a Treviso nel caso che qualsiasi azienda o libero
cittadino faccia un ricorso sulle attività di Carico Antropico sulle
direttive del Piano di Rischio Aeroportuale concernete il PSA del
M.P. in oggetto . In tal senso fa giurisdizione la Sentenza
TAR Bolzano N. 00312/2011 sul
ricorso numero di registro generale 49 del 2011, proposto da: Kravogl
2 Srl C.F. 02479440212.
Resistendo
alle pretese della ricorrente si sono costituiti in giudizio
l’Ente Nazionale Per l'Aviazione Civile-ENAC
ed il Comune di Bolzano. All'interno della sentenza i giudici
scriono:
“Occorre,
innanzitutto, precisare che il Regolamento, al paragrafo 6.6 del
capitolo 9, stabilisce espressamente che “per i nuovi insediamenti
sono applicabili i seguenti indirizzi in termini di contenimento del
carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che
i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza
con la propria regolamentazione urbanistico-edilizia”; da ciò
consegue che le “attività compatibili” vanno valutate con la
finalità di limitare il carico antropico e che queste,
conseguentemente, a seconda della diversa tipologia, determinano un
differente carico antropico, in termini quantitativi.
Quanto
sopra viene confermato dall’art. 707, comma 5, del codice della
navigazione, che, con riferimento ai “Vincoli della proprietà
privata”, statuisce che: “Nelle direzioni di atterraggio e
decollo possono essere autorizzate opere o attività compatibili con
gli appositi piani di rischio, che i Comuni territorialmente
competenti adottano, anche sulla base delle eventuali direttive
regionali, nel rispetto del regolamento dell'ENAC sulla costruzione e
gestione degli aeroporti, di attuazione dell'Annesso XIV ICAO”.
Quindi
per chi, anche a Treviso, volesse obbiettare che nelle aree di
rischio le concessioni commerciali anche in caso di modifica di
destinazione d'uso devono rispettare e mai aumentare il C.A. lo
riporta la stessa sentenza che ha rigettato la richiesta della
Kravogl 2 Srl che pretendeva un ampliamento
dell'attività con conseguente aumento del C.A. Il TAR così ha
interpretato:
“Quanto
poi alla circostanza che un’attività produttiva non possa
determinare un carico antropico quantitativamente diverso da quella
terziaria, si evidenzia che le varie tipologie di utilizzo degli
immobili possono, ragionevolmente, determinare diverse misure di
carico antropico; si pensi, ad es. al carico antropico di un
mobilificio artigianale, senz’altro inferiore a quello di un
esercizio al commercio al dettaglio di generi alimentari o di
giornali. La doglianza, è, quindi, infondata.”
Nella
destinazione d'uso di una attività commerciale, ludica o quant'altro
il calcolare quantitativamente l'aumento del C.A. conta, conta molto,
determinando come dice il TAR, quello che è lecito o no nelle Zone a
Tutela di rischio incidente aeroportuale
L’incolumità
pubblica deve essere salvaguardata rendendo compatibili l’attività
aerea con quella sociale terrestre inquadrando le percentuali di
massima volumetria destinabile a terziario in relazione a indici di
antropico massimo ammissibile ed è questo che risalta nella sentenza
del TAR di Bolzano
Nel
merito della nuovo quadro antropico che si verrà a creare con
l'ampliamento delle aree Ex Marazzato; Ex Pagnossin, è evidente che
sarà di gran lunga a quelle originarie degli anni passati
rispettivamente: una concessionaria di autoveicoli e una fabbrica di
produzione ceramiche da tavola.
Per
i Comuni quindi, le norme tecniche di attuazione PRG devono essere in
coerenza con i Piani di Rischio e devono quindi espressamente
affermare come nelle zone di tutela aeroportuali pur in presenza di
insediamenti commerciali consolidati non sono consentite licenze
commerciali che portano ad un elevato affollamento con conseguente
aumento del C.A..
Riferito
tutto ciò richiediamo alla VS Commissione di congelare le richieste
di ampliamento del Master Plan in oggetto per manifesta
incompatibilità del progetto con la sicurezza e l'espansione delle
attività interessate coinvolte nelle Zone di Rischio
Considerato
l'espansione delle attività sopracitate sommate all'espansione del
Aeroporto ed il conseguente aumento del C.A., le garanzie della messa
in sicurezza diventano prioritarie anche in considerazione di altri
Tre problemi a cui l'infrastruttura è soggetta:
- Pericolo Bird Strike
- Fenomeni di Vortex Strike
- Area deposito carburanti1. Pericolo Bird StrikeAnalisi del rischioNell'ultimo rapporto datato 2015 il documento ufficiale Wildlife Strike - ENAC - Bird Strike Committee Italy indica che ci sono stati 18.403 movimenti e 18 impatti con volatili e 4 con altra fauna selvatica riportando un Trend Positivo che tradotto significa ad alto rischio impatto e quindi alte possibilità di incidente aero. La tabella sottostante estratta dal sopra citato documento riporta i seguenti dati:2. Fenomeni di Vortex StrikeIl "Vortex Strike" è un vortice d'aria con violento spostamento delle tegole e/o altri materiali dai tetti delle case causato dal passaggio a bassa quota degli aerei. Questo fenomeno di compressione dell'aria, che si attua prevalentemente durante la fase di atterraggio degli aerei, può creare ingenti danni agli immobili, mettendo in serio pericolo anche l'incolumità degli Abitanti della casa colpita, delle Persone e cose che si trovano nelle vicinanze spaziali dove il fenomeno si è espresso. Nel comune di Quinto di Treviso, nelle aree interessate dalle rotte di avvicinamento alla pista dell'aeroporto A. Canova, sono innumerevoli i casi documentati di questo fenomeno con denunce presentate alle Autorità e ai Soggetti competentiQuesto è un ulteriore motivo di perplessità che a fronte di tale fenomeno che mette a repentagliorischio incidente aero non solo gli abitanti ma anche chi utilizza il servizio aereo va preso in considerazione sul rapporto sicurezza e carico antropico dell'area in oggetto. A tal proposito alleghiamo Esposto alla Procura di Treviso che denuncia tale pericolo ed altro; attualmente al vaglio dei Giudici (allegato 5) e l'interrogazione Parlamentare a nome della deputata Arianna Spessotto M5S, altri (allegato 6)3. Area deposito carburantiIl deposito carburante è situato attualmente nei pressi della nuova aerostazione, a nord del piazzale ed in rapporto diretto con esso. Ha una capacità complessiva di circa 300.000 litri e disponibilità di carburante tipo JET-A1. Il servizio di rifornimento dell’aviobenzina è gestito direttamente dalla compagnia petrolifera. E’ stata richiesta da più parti, per motivi di sicurezza, l’allontanamento di questo deposito dall’aerostazione passeggeri e soprattutto dalla testata pista.Nonostante che già nel precedente iter di V.IA. datato 2013, la VS Commissione abbia rilevato la pericolosità di tale sito auspicandone l'immediato spostamento, per i Proponenti ENAC/AerTre la soluzione è rimasta sotto forma di auspicio!Da parte del gestore si riconosce l'illegittimità della situazione esistente del deposito carburante ai fini di garantire livelli di "safety" - "security – tutela dal rischio incidenti rilevanti causati da incidente aereo e da attentati di tipo terroristico. Sono state presentate segnalazioni dal “Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Treviso” a VV. FF. e alle Autorità locali sulla criticità dell'ubicazione del deposito carburante senza sortire alcun effetto.Il tutto è stato e si continua a gestire nell'indifferenza generale, in attesa del preannunciato intervento di spostamento datato anno 2022, troppo avanti nel tempo considerando l'aumento antropico della zona in discussioneSegnaliamo inoltre che all'interno delle zone vincolate dal piano di rischio aeroportuale. ci sono sei distributori di carburante dislocati 2 in zona “B”, 2 in Zona di tutela “C” e 2 in Zona di Tutela “D”.Tutti i distributori sono di recente edificazione e/o riqualificazione.Va posta grande attenzione sui 2 impianti di distribuzione VEGA dislocati in zona di tutela “B” lungo la tangenziale SR 53 adiacente all'aeroporto che si trova a qualche centinaia di metri dal perimetro della zona delimitata del Parco del Sile, area tutelata da norme di salvaguardia ambientale come il progetto europeo Habitat 2000.In caso di incidente aereo tutta l'area adiacente del Parco sarebbe in forte pericolo con serie possibilità di disastro ambientale.Inoltre è da osservare che l'area dove si trovano i due distributori è proprio nella traiettoria dove sono state previste le nuove rotte PBN, che prescrivono una virata stretta eseguita nella primissima fase di “initial climb”, in decollo.Tutto ciò da noi verificato ci impone anche per ragione di Coscienza acquisita, conoscendo i rischi che a tutt'oggi migliaia di persone subiscono, di chiedere alla VS Commissione un'immediata sospensione della procedura in corso chiedendo come prescrizione l'immediato spostamento dell'area di stoccaggio carburanti in zona più sicura.
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