mercoledì 19 luglio 2017

VIABILITA', AUMENTO DEL CARICO ANTROPICO E SICUREZZA

OSSERVAZIONI a: "Strumento di pianificazione e ottimizzazione al 2030 – Aeroporto A. Canova di Treviso – PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE".

VIABILITA', AUMENTO DEL CARICO ANTROPICO E SICUREZZA
  
Aree a rischio impatto
Come abbiamo già detto, l'aumento delle attività aeroportuali sommate a quelle delle persone e delle attività quotidiane dei residenti, della nuova e rigenerata area Commerciale ALI', dell'imminente apertura della attività del Gruppo Zanardo nell'area Ex Pagnossin non creeranno solo problemi alla viabilità ma genererà automaticamente anche il problema sicurezza a causa del maggior carico antropico che subirà tutta l'area.

Per questo motivo, le aree limitrife ad un aereoporto sono soggette al Piano di Rischio una Procedura contenente le indicazioni e le prescrizioni da recepire negli strumenti urbanistici dei singoli Comuni, ai sensi dell’art. 707, comma 5 del Codice della Navigazione.
Lo scopo dei Piani di Rischio è quello di rafforzare, tramite un finalizzato governo del territorio, i livelli di tutela nelle aree limitrofe all’aeroporto, nel rispetto delle normative previste per un utilizzo sicuro e compatibile con l’attività aeronautica. 
  
  Il Piano di Rischio individua delle aree vincolate, per la precisione 4 che vediamo esposte qui sotto sulla proiezione dei territori Comunali di Treviso e Quinto di Treviso. Il Proponente ENAC così indica nelle descrizioni di Piano di Rischio nel Master Plan in oggetto:
ZONA DI TUTELA A: (zona rossa) è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenzialİ. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
ZONA DI TUTELA B: (zona azzurra) possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
ZONA DI TUTELA C: (zona verde) possono essere previsti un ragionevole incremento della Funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
ZONA DI TUTELA D: (zona gialla) in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l'operativita' aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc...
NELLE QUATTRO ZONE VANNO EVITATE:
  • INSEDIAMENTI AD ELEVATO AFFOLLAMENTO;
  • COSTRUZIONI DI SCUOLE, OSPEDALI E, IN GENERALE, OBIETTIVI SENSIBILI;
  • ·ATTIVITA' CHE POSSONO CREARE PERICOLO DI INCENDIO, ESPLOSIONE E DANNO AMBIENTALE.”

Carico antropico e Area ex Marazzato ora ALI' SPA.
Con riferimento all'area commerciale denominata ex Marazzato/Luigina ora di proprietà della nota società gestore di grandi supermercati e centri commerciali, ALI'-S.P.A, si desidera fare le seguenti osservazioni alla commissione riguardo alla contabilizzazione del carico antropico definito nella stesura del P.R.A. Piano di Rischio Aeroportuale del Comune di Treviso.
Nel P.R.A. paragrafo: Coerenza destinazione d'uso dell'area e sicurezza aeroportuale, come definito dallo stesse norme generali della realizzazione dei P.R.A.:
 
  L'area in discussione si trova tra le Zone di Tutela “C” e “D” come indivisutao sulla TAV_14_Zone di rischio allegata al M.P. In oggetto. Nella figura sottostante è individuata l'area sulle Mappe di Rischio:

 Su questa area il Comune di Treviso ha aperto una pratica edilizia SUAP concedendo la realizzazione di un Centro Commerciale di grandi dimensioni come la planimetria dell'area in discussione conferma. La richiesta riguarda la demolizione di un edificio già esistente e la nuova costruzione e ampliamento di un nuovo fabbricato. Seppur il Comune di Treviso dimostri che le aree commerciali autorizzate rimarranno le stesse come già approvate con Delibera di Giunta Regionale Prot. 1329 del 14/03/1995 non modificata, va rilevato un fatto di inportanza fondamentale e cioè che al posto di due punti commerciali di rivendita autoveicoli (era la vecchia destinazione d'uso dell'Ex Marazzato), sorgerà appunto un Centro Commerciale non coerente con le direttive della costituzione dei PIANI DI RISCHIO AEROPORtUALI; Titolo II: Zone di Tuela; Art. 5 Norme Comuni alla Zone di Tutela Aeroportuale che per le Zone “C” e “D” prevede:

  Al punto due dello stesso Art. 5 , così come disposto dal punto 6.6 dell'emendamento 7 del 20/10/2011 del “Regolamento per la Costruzione e l'Esercizio degli Aeroporti,” che nelle zone di tutela “A”; “B”; “C” vanno evitati:
  
 Il cambio d'utilizzo commerciale è rilevante per un'altro aspetto di coeranza con le procedure di attuazione del P.R.A., cioè cambia il C.A. Carico Antropico, in quanto un Mega Store è, per tipologia commerciale più affollato di un seppur grande rivenditore di automobili.
Nella Relazione tecnico illustrativa del P.R.A. Piano di Rischio Aeroportuale del comune di Treviso, a pag. 30 viene definito in una apposita tabella il C.A. non residenziale delle zone di tutela A-B-C-D. Sulla tabella sembra non apparire il conteggio previsionale con relativo aumento del C.A. nelle aree di tutela “C” e “D” dove dovrebbe sorgere il Centro Commerciale ALI'. Difatti lo studio sulla viabilità della TRT TRASPORTI E TERRITORIO ipotizza un carico di veicoli di 15.00 unità nel giorno di punta che facilmente possiamo tradurre con almeno 15.000 persone che andranno ad aumentare il carico antropico delle Zone di Tutela C e D.
 
 E' facile notare che anche dalle note a seguito contrassegnate con l'asterisco che accompagnano la tabella soprastante, si evince che nelle previsioni di aumento del C.A. non è stato preso in considerazione l'incremento non residenziale dovuto alle attività del nuovo Centro Commerciale ALI'
Inoltre, alla mancata considerazione del C.A. generata dal nuovo Centro Commerciale Alì, non si è aggiunto (neanche in ipotesi) il prossimo carico che comporterà l'apertura delle attività logistico, commerciali e culturali dell'Ex Pagnossin. Va quindi conteggiato anche il C.A. di questa nuova attività a forte concentrazione antropica che si trova, come lo si evince dalla prossima figura si trova in zona di tutela C e D.

Tale mancanza è da considerarsi grave in quanto la prassi è nota, le disposizioni ENAC del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti e la circolare APT-33, rilasciata dall’ENAC in data 30.08.2010, per quanto concerne le edificazioni storiche propone: “fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia”.
Enac, qui nel ruolo di Proponete del M.P. ma anche nel ruolo di estensore dei regolamenti dei P.R.A. sa bene, per quanto riguarda il caso di Treviso, come dovrebbe comportarsi per contenere il C.A., in quanto forte dell'esperienza nell'aeroporto di Bolzano.

In questo articolo del quotidiano locale Alto Adige vedi link sottostante:

Il caso è del Centro Commerciale Twenty dislocato in Zona di Tutela “C” come d'altronde l'area dove sorgerà il Centro Commerciale ALI' a Treviso. L'articolo sentenzia:

La concessione pone il limite di 500 persone all’ora”

BOLZANO 31 luglio 2014. L’atto di incolpazione messo a punto dalla Procura della Repubblica ha rivelato un particolare inedito sulla concessione rilasciata dal sindaco per il raddoppio del “Twenty”: nella nuova struttura non potranno entrare più di 500 persone all’ora. Un limite che sembra dettato dalle norme prevenzione incendi ma che non risolve il problema dell’aumento rilevante del carico antropico, in contrasto con il piano di sicurezza dell’Enac. Il vincolo di “tutela C” richiamato dall’Enac vieta espressamente la realizzazione di insediamenti ad elevato affollamento. Un divieto rafforzato anche dal regolamento Enac che all’interno delle zone sotto il vincolo di “tutela C” ammette esclusivamente «la permanenza e la prosecuzione degli esercizi al dettaglio già esistenti e per il futuro solo la possibilità di una riduzione del carico antropico”.

Coerentemente a ciò, è ovvio che anche per Treviso va rivalutato e riconteggiato l'incremento del C.A. Non Residenziale, sia il C.A. Complessivo all'interno delle Zone di Tutela.
Per quanto riguarda il caso Bolzano, come poi è andata a finire ce lo dicono le cronache più recenti. Il Centro commerciale Twenty ha ampliato e il comune di Bolzano è stato costretto a fare ricorso ed avvalersi del limite imposto del C.A. La comuntà degli imprenditori si è spaccata con i pro e i contro del caso:

Tosolini protesta «Twenty irregolare Via le concessioni»
Corriere dell'Alto Adige 13 Feb 2016 di Marco Angelucci



I legali della «Methab», società del gruppo Tosolini, hanno notificato al commissario Penta l’intimazione a chiudere tutti i negozi del Twenty che rientrano nella zona C del piano di rischio aeroportuale. «Secondo noi le concessioni rilasciate a novembre sono illegittime».
BOLZANO Chiudere tutti i negozi di nuova apertura al Twenty. I legali della Methab, società del gruppo Tosolini, hanno notificato al commissario Michele Penta l’intimazione a chiudere tutti i negozi del Twenty che rientrano nella zona C del piano di rischio aeroportuale. «Secondo noi le concessioni rilasciate a novembre sono illegittime dunque abbiamo chiesto di revocarle in quanto rientrano nella zona C del piano di rischio aeroportuale» spiega Igor Ianes, legale di Methab. Intanto, in vista del referendum, la questione della convivenza tra zona produttiva e aeroporto divide anche il mondo economico. In tanti cominciano a chiedersi se l’aeroporto sia compatibile con lo sviluppo della zona. Proprio per questo l’Apa ha deciso di lasciare libertà di voto ai propri iscritti. la Cna invece rimane favorevole ma il presidente Claudio Corrarati chiede che si riveda il piano di rischio rendendo i vincoli più elastici.
La sentenza del Tar che fissa il limite di 500 persone al Twenty ha lasciato il segno. Il gruppo Tosolini, che pure era in lizza per realizzare il centro commerciale provinciale, ha deciso di dare battaglia. Poco prima che il Tar pubblicasse la sentenza ha intimato al commissario Michele Penta di revocare tutte le licenze concesse in seguito all’apertura della nuova ala del Twenty proprio a causa del piano di rischio aeroportuale. «La sentenza del Tar conferma che la nostra impostazione è giusta. Il Twenty sorge in una zona a rischio aeroportuale. Noi — sottolinea l’avvocato Ianes — chiediamo anche che venga riaperta la procedura per la scelta dell’area in cui realizzare il centro commerciale provinciale. L’area proposta da Methab era l’unica fuori dalla zona a rischio». Ora il commissario ha 60 giorni per rispondere all’intimazione di Tosolini. Intanto è praticamente scontato che la Podini holding si rivolgerà al Consiglio di stato per ottenere almeno una sospensiva onde evitare la chiusura.
La sentenza del Tar è planata come un macigno sulla campagna elettorale per il referendum sull’aeroporto. «Non sono uno che difende i centri commerciali, ma questa è la dimostrazione che l’aeroporto di Bolzano non è utile all’economia, ma anzi la danneggia: non solo sottrae denaro che potrebbe essere meglio investito, ma impedisce anche l’uso di aree produttive già esistenti in un territorio che di aree insediative ne ha pochissime» avverte Riccardo Dello Sbarba.
La questione agita anche il mondo economico. Assoimprenditori si è schierata chiaramente a favore dell’ampliamento dell’aeroporto e, ironia della sorte, regalò pure una torta a forma di aereo a Giovanni Podini, scelto come imprenditore dell’anno dalla redazione economica del Dolomiten. «Zona industriale e aeroporto possono coesistere — assicura il presidente degli industriali Stefan Pan —. Oltre ttutto allungando la pista il cono di atterraggio dovrebbe spostarsi verso sud. Stiamo approfondendo la questione dal punto di vista tecnico ma il problema del Twenty dovrebbe risolversi».
Dello stesso avviso il presidente degli artigiani Cna, Claudio Corrarati: «Aeroporto e zona ci sono sempre stati: è sbagliato credere che in zona non si possa più investire. Piuttosto bisogna attivarsi per ammorbidire questi regolamentazioni capestro: le 500 persone di densità assoluta mi sembra eccessivo. Oltretutto — fa notare — non illudiamoci che l’aeroporto chiuda se al referendum vincono i no. Niente di tutto questo: l’Abd tornerà allo Stato che troverà una compagnia disposta a gestirlo. I cincoli per la zona produttiva dunque resteranno».
L’Apa invece ha una posizione molto più timida. Il presidente Gert Lanz è favorevole ma chiarisce che la sua è una posizione personale. «Come associazione non abbiamo dato e non credo daremo indicazioni di voto al referendum. L’ampliamento dell’aeroporto è una chance e come rappresentanti del mondo economico non possiamo essere contrari alle nuove opportunità. Ma — avverte Lanz — so che ci sono nostri associati che voteranno no per tutelare i loro interessi. L’aeroporto limita lo sviluppo della zona: ad esempio come Garfidi volevamo finanziare un asilo aziendale ma non è stato possibile».
I dubbi degli artigiani Lanz: «Al referendum non diamo indicazioni» Corrarati: «Modificare le regole capestro»
 
Di conseguenza al limite correttamente posto dai Piani di Rischio, la proprietà del Twenty si è appellata al TAR di Bolzano che ha rigettato il ricorso della società che gestisce il centro commerciale imponendo un tetto alle presenze. Nelle aree che rientrano nella zona C del piano di rischio aeroportuale non potranno entrare più di 500 persone alla volta:

I giudici danno ragione al Comune: i limiti nell’area a rischio sono validi
Corriere dell'Alto Adige 1 Feb 2016
di Marco Angelucci


Il Tar ha rigettato il ricorso della società che gestisce il centro commerciale Twenty, imponendo un tetto alle presenze. Nelle aree che rientrano nella zona C del piano di rischio aeroportuale non potranno entrare più di 500 persone alla volta. Se durante un controllo dovesse saltar fuori che ci sono più clienti, potrebbe arrivare la chiusura.
BOLZANO Il Tar gela il Twenty. Il Tribunale di giustizia amministrativa ha infatti rigettato il ricorso della società che gestisce il centro commerciale di via Galilei imponendo un tetto alle presenze. Nelle aree che rientrano nella zona C del piano di rischio aeroportuale non potranno entrare più di 500 persone alla volta. Come si potranno contare le persone che entrano in un centro commerciale non è ancora chiaro ma se durante un controllo dovesse saltar fuori che ci sono più clienti del previsto allora, come spiega il commissario del Comune Michele Penta, potrebbe arrivare un provvedimento di chiusura.
La sentenza del Tar arriva proprio all'indomani dell’inaugurazione dell’ultima «fetta» del Twenty. Questa mattina infatti apriranno 13 nuovi negozi ma a guastare la festa sono arrivati giudici del Tar ce hanno respinto il ricorso presentato dai legali della società Twentyone srl, Dieter Schramm e Nausicaa Mall.
La realizzazione del megastore è da quasi 10 anni al centro di un contenzioso giuridico. Dopo un lun ghissimo braccio di ferro la Podini holding è riuscita prima ad aprire e successivamente anche ad ampliare il Twenty facendolo diventare un megastore in piena regola. La procedura è anche finita nel mirino della procura che sta ancora indagando sulle autorizzazioni concesse dall’ex sindaco Luigi Spagnolli. Ora la saga si arricchisce di un nuovo capitolo.
Nel 2014 infatti il Comune aveva rilasciato una concessione edilizia fissando il limite di carico antropico in 500 persone. Un limite che non compare più nella planimetrie allegate variante autorizzata nel giugno del 2015. Tuttavia quando il comune concede l’abitabilità definitiva nel novembre del 2015, il limite delle 500 torna fuori. A quel punto la società Twentyone impugna il provvedimento firmato dal commissario straordinario Michele Penta e ieri è arrivato il pronunciamento. Secondo il Tar il vincolo non può considerarsi decaduto in quanto la variante recepisce «tutte le prescrizioni già indicate nel progetto originario». Il collegio presieduto dal giudice Terenzio Del Gau- dio da ragione al Comune su tutta la linea e condanna la società Twentyone a pagare anche tutte le spese legali.
«Studieremo le carte e poi decideremo come muoverci» commenta a caldo Giovanni Podini, presidente della Twentyone srl che ancora non vuole pronunciarsi su un’eventuale impugnazione. A questo punto però si pone il nodo dei controlli: come impedire che nell’area a rischio entrino più di 500 persone? In ogni caso come, chiarisce il commissario Penta, se il limite non sarà rispettato si potrebbe arrivare anche alla chiusura dell’area.”
Il TAR di Bolzano ha emanato la sentenza come d'obbligo e ciò potrebbe succedere anche a Treviso nel caso che qualsiasi azienda o libero cittadino faccia un ricorso sulle attività di Carico Antropico sulle direttive del Piano di Rischio Aeroportuale concernete il PSA del M.P. in oggetto . In tal senso fa giurisdizione la Sentenza TAR Bolzano N. 00312/2011 sul ricorso numero di registro generale 49 del 2011, proposto da: Kravogl 2 Srl C.F. 02479440212. Resistendo alle pretese della ricorrente si sono costituiti in giudizio l’Ente Nazionale Per l'Aviazione Civile-ENAC ed il Comune di Bolzano. All'interno della sentenza i giudici scriono:
Occorre, innanzitutto, precisare che il Regolamento, al paragrafo 6.6 del capitolo 9, stabilisce espressamente che “per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico-edilizia”; da ciò consegue che le “attività compatibili” vanno valutate con la finalità di limitare il carico antropico e che queste, conseguentemente, a seconda della diversa tipologia, determinano un differente carico antropico, in termini quantitativi.
Quanto sopra viene confermato dall’art. 707, comma 5, del codice della navigazione, che, con riferimento ai “Vincoli della proprietà privata”, statuisce che: “Nelle direzioni di atterraggio e decollo possono essere autorizzate opere o attività compatibili con gli appositi piani di rischio, che i Comuni territorialmente competenti adottano, anche sulla base delle eventuali direttive regionali, nel rispetto del regolamento dell'ENAC sulla costruzione e gestione degli aeroporti, di attuazione dell'Annesso XIV ICAO”.

Quindi per chi, anche a Treviso, volesse obbiettare che nelle aree di rischio le concessioni commerciali anche in caso di modifica di destinazione d'uso devono rispettare e mai aumentare il C.A. lo riporta la stessa sentenza che ha rigettato la richiesta della Kravogl 2 Srl che pretendeva un ampliamento dell'attività con conseguente aumento del C.A. Il TAR così ha interpretato:
Quanto poi alla circostanza che un’attività produttiva non possa determinare un carico antropico quantitativamente diverso da quella terziaria, si evidenzia che le varie tipologie di utilizzo degli immobili possono, ragionevolmente, determinare diverse misure di carico antropico; si pensi, ad es. al carico antropico di un mobilificio artigianale, senz’altro inferiore a quello di un esercizio al commercio al dettaglio di generi alimentari o di giornali. La doglianza, è, quindi, infondata.”

Nella destinazione d'uso di una attività commerciale, ludica o quant'altro il calcolare quantitativamente l'aumento del C.A. conta, conta molto, determinando come dice il TAR, quello che è lecito o no nelle Zone a Tutela di rischio incidente aeroportuale
L’incolumità pubblica deve essere salvaguardata rendendo compatibili l’attività aerea con quella sociale terrestre inquadrando le percentuali di massima volumetria destinabile a terziario in relazione a indici di antropico massimo ammissibile ed è questo che risalta nella sentenza del TAR di Bolzano

Nel merito della nuovo quadro antropico che si verrà a creare con l'ampliamento delle aree Ex Marazzato; Ex Pagnossin, è evidente che sarà di gran lunga a quelle originarie degli anni passati rispettivamente: una concessionaria di autoveicoli e una fabbrica di produzione ceramiche da tavola.
Per i Comuni quindi, le norme tecniche di attuazione PRG devono essere in coerenza con i Piani di Rischio e devono quindi espressamente affermare come nelle zone di tutela aeroportuali pur in presenza di insediamenti commerciali consolidati non sono consentite licenze commerciali che portano ad un elevato affollamento con conseguente aumento del C.A..
Riferito tutto ciò richiediamo alla VS Commissione di congelare le richieste di ampliamento del Master Plan in oggetto per manifesta incompatibilità del progetto con la sicurezza e l'espansione delle attività interessate coinvolte nelle Zone di Rischio

Considerato l'espansione delle attività sopracitate sommate all'espansione del Aeroporto ed il conseguente aumento del C.A., le garanzie della messa in sicurezza diventano prioritarie anche in considerazione di altri Tre problemi a cui l'infrastruttura è soggetta:
  1. Pericolo Bird Strike
  2. Fenomeni di Vortex Strike
  3. Area deposito carburanti

    1. Pericolo Bird Strike
    Analisi del rischio
    Nell'ultimo rapporto datato 2015 il documento ufficiale Wildlife Strike - ENAC - Bird Strike Committee Italy indica che ci sono stati 18.403 movimenti e 18 impatti con volatili e 4 con altra fauna selvatica riportando un Trend Positivo che tradotto significa ad alto rischio impatto e quindi alte possibilità di incidente aero. La tabella sottostante estratta dal sopra citato documento riporta i seguenti dati:
     
    2. Fenomeni di Vortex Strike
    Il "Vortex Strike" è un vortice d'aria con violento spostamento delle tegole e/o altri materiali dai tetti delle case causato dal passaggio a bassa quota degli aerei. Questo fenomeno di compressione dell'aria, che si attua prevalentemente durante la fase di atterraggio degli aerei, può creare ingenti danni agli immobili, mettendo in serio pericolo anche l'incolumità degli Abitanti della casa colpita, delle Persone e cose che si trovano nelle vicinanze spaziali dove il fenomeno si è espresso. Nel comune di Quinto di Treviso, nelle aree interessate dalle rotte di avvicinamento alla pista dell'aeroporto A. Canova, sono innumerevoli i casi documentati di questo fenomeno con denunce presentate alle Autorità e ai Soggetti competenti
    Questo è un ulteriore motivo di perplessità che a fronte di tale fenomeno che mette a repentaglio
    rischio incidente aero non solo gli abitanti ma anche chi utilizza il servizio aereo va preso in considerazione sul rapporto sicurezza e carico antropico dell'area in oggetto. A tal proposito alleghiamo Esposto alla Procura di Treviso che denuncia tale pericolo ed altro; attualmente al vaglio dei Giudici (allegato 5) e l'interrogazione Parlamentare a nome della deputata Arianna Spessotto M5S, altri (allegato 6)

    3. Area deposito carburanti
    Il deposito carburante è situato attualmente nei pressi della nuova aerostazione, a nord del piazzale ed in rapporto diretto con esso. Ha una capacità complessiva di circa 300.000 litri e disponibilità di carburante tipo JET-A1. Il servizio di rifornimento dell’aviobenzina è gestito direttamente dalla compagnia petrolifera. E’ stata richiesta da più parti, per motivi di sicurezza, l’allontanamento di questo deposito dall’aerostazione passeggeri e soprattutto dalla testata pista.
    Nonostante che già nel precedente iter di V.IA. datato 2013, la VS Commissione abbia rilevato la pericolosità di tale sito auspicandone l'immediato spostamento, per i Proponenti ENAC/AerTre la soluzione è rimasta sotto forma di auspicio!
    Da parte del gestore si riconosce l'illegittimità della situazione esistente del deposito carburante ai fini di garantire livelli di "safety" - "security – tutela dal rischio incidenti rilevanti causati da incidente aereo e da attentati di tipo terroristico. Sono state presentate segnalazioni dal “Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Treviso” a VV. FF. e alle Autorità locali sulla criticità dell'ubicazione del deposito carburante senza sortire alcun effetto.
    Il tutto è stato e si continua a gestire nell'indifferenza generale, in attesa del preannunciato intervento di spostamento datato anno 2022, troppo avanti nel tempo considerando l'aumento antropico della zona in discussione

    Segnaliamo inoltre che all'interno delle zone vincolate dal piano di rischio aeroportuale. ci sono sei distributori di carburante dislocati 2 in zona “B”, 2 in Zona di tutela “C” e 2 in Zona di Tutela “D”.
    Tutti i distributori sono di recente edificazione e/o riqualificazione.
    Va posta grande attenzione sui 2 impianti di distribuzione VEGA dislocati in zona di tutela “B” lungo la tangenziale SR 53 adiacente all'aeroporto che si trova a qualche centinaia di metri dal perimetro della zona delimitata del Parco del Sile, area tutelata da norme di salvaguardia ambientale come il progetto europeo Habitat 2000.
    In caso di incidente aereo tutta l'area adiacente del Parco sarebbe in forte pericolo con serie possibilità di disastro ambientale.
    Inoltre è da osservare che l'area dove si trovano i due distributori è proprio nella traiettoria dove sono state previste le nuove rotte PBN, che prescrivono una virata stretta eseguita nella primissima fase di “initial climb”, in decollo.
    Tutto ciò da noi verificato ci impone anche per ragione di Coscienza acquisita, conoscendo i rischi che a tutt'oggi migliaia di persone subiscono, di chiedere alla VS Commissione un'immediata sospensione della procedura in corso chiedendo come prescrizione l'immediato spostamento dell'area di stoccaggio carburanti in zona più sicura.





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